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Tamara de Lempicka. La Diva d’acciaio della scrittrice Valentina Casarotto

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 Conoscete Tamara de Lempicka?

Ce ne parla Valentina Casarotto nella biografia romanzata: “Diva d’acciaio – Il caso Tamara de Lempicka”, edito da Gaspari Editore. Tamara de Lempicka nacque a Varsavia il 16 giugno 1898 e morì in Messico il 18 marzo 1980.

 

Copertina Diva d'acciaio (Valentina Casarotto - Gaspari Editore)
Copertina Diva d’acciaio (Valentina Casarotto – Gaspari Editore)

“Eccentrica, inquieta, ambiziosa, spregiudicata e cinica”, impersonava l’art decò della Parigi degli anni ’20 e ’30.
Per raccontarci di lei, Valentina utilizza l’espediente narrativo di una intervista da parte di Clare Bryce, personaggio ispirato a Clare Boothe Luce. Clare nacque nel 1903 ed ebbe una carriera da bambina prodigio nel cinema. Sposò George Tucker, magnate dell’abbigliamento di New York. Nel 1924 nacque Ann e, nel 1929, divorziarono. Negli anni ’30 Clare diventa giornalista per Vogue e per Vanity Fair. Sposa, in seconde nozze, il magnate dell’informazione: Henry Robinson. Inoltre, fu un’agente in servizio al Bureau.

Nel romanzo, a Clare Bryce, viene affidato un incarico … Tamara de Lempicka ha chiesto un visto per gli Stati Uniti per poi proseguire per Cuba. Come mai tanto interesse per questo viaggio della Baronessa Kuffner, il suo nuovo titolo in seguito al secondo matrimonio.
“Quindi pensate che ci siano tutti i presupposti perché sia una spia russa. E non la volete tra i piedi, ma il fatto che sia un personaggio così in vista rende questa missione molto delicata.”  Ad ingaggiare Clara è stato J. Edgar Hoover, che fu direttore del Bureau per quasi cinquant’anni. Ecco la copertura perfetta per Mrs Bryce: “scrivere una biografia di Tamara, da pubblicare a puntate” su Vanity Fair”.
Clara doveva dimostrarsi astuta per carpire informazioni su questa donna così sfuggente, su questa “Diva d’acciaio”.
Iniziamo, insieme a lei, un viaggio a tappe che ci porterà in tanti luoghi, scoprendo vari tasselli della sua vita, narrati da una serie di personaggi che l’avevano conosciuta in epoche diverse. Il suo primo marito, l’avvocato Tadeusz Lempicki, venne arrestato dai bolscevichi durante la Rivoluzione Russa. Fu rilasciato grazie alle conoscenze della moglie. “Ai nostri occhi era sembrata la donna più bella della città. L’icona della Madonna della povertà, che sorgeva rifulgente tra le macerie di Pietrogrado.”

Ma il marito, una volta rilasciato, non era più l’uomo brillante e affascinante di un tempo. Inoltre, da rifugiati non potevano più permettersi gli agi di un tempo. Nel 1918 si trasferirono a Parigi, “nuova capitale d’eleganza dei rifugiati russi.” Nella capitale francese degli anni ’20 si respirava aria di libertà.

“Era la sola città in cui le proprie preferenze sessuali eccentriche erano emblemi di vanto piuttosto che vizi da celare.”

Valentina, con uno stile narrativo elegante e raffinato, ci porta a conoscenza degli amori di Tamara. In particolare, delle sue modelle. Tutti sono conquistati e affascinati da questa pittrice. Era una donna imperturbabile, spregiudicata, aristocratica ed elegante.
Conobbe Tommaso Marinetti, resistette alle avances del Vate e, alla fine del 1925, espose alla “Bottega della Poesia” nella Galleria del Conte Emanuele Castelbarco. Fu un successo. Tamara era estremamente indipendente e calcolatrice: “sfoggiava la sua ribellione come un vestito nuovo.”

“Una donna così non lascia nulla al caso! Costruisce da sola il proprio mito.”

Sue amanti e modelle più famose sono state Ira Perrot, Susy Solidor e la Bella Rafaëla. Tamara era la pittrice che, meglio di chiunque altro, sapeva esaltare la femminilità. I suoi quadri sono originali, pieni di passione, “sembra che le pennellate siano impastate col desiderio”, immediatamente riconoscibili, catturano l’attenzione dello spettatore. Era un’artista ambiziosa e ossessionata dalla ricerca dello stile perfetto. “È stata la regina incontrastata del proprio tempo, e come tale verrà riconosciuta dai posteri, quando si studieranno gli Anni Folli. E lei era la più folle di tutti.”

Tamara è sopravvissuta al tramonto della propria epoca.
“Diva d’acciaio” ha ricevuto il Premio I MURAZZI 2024 – Torino – Prosa edita
Ed è stato: Finalista al Premio Fiuggi Storia 2023 – romanzo storico

tralerighediunlibro

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